"Architettura e modernità"

I NY FIVE
Kenneth Frampton presentò al pubblico, durante una mostra al MOMA di New York, cinque architetti: Peter Eisenman, Michael Graves, John Hejduk, Richrad Meier e Charles Gwathmey.
Eisenman appare subito come la personalità con più spicco e spessore teorico. Aveva già lavorato su analisi che si incentravano sull'analisi formale di edifici sul quale rivendicava la centralità di processi linguistici e sintattici che  presiedevano l'opera. Eisenman sostiene che nessuna rivoluzione è avvenuta a causa della riproposizione del Rinascimento che, ponendo l'uomo al centro di tutto, non da spazio alla riflessione e il ragionamento sull'arte.
Eisenman rappresenta la rottura della centralità umanistica, l'oggetto-architettura deve esistere di per sé  e rispondere alle sue leggi interne, non derivare o acquisire valore da un contenuto umano. Ripropone così l'architettura come Testo, per rappresentare la Struttura formale di narrazione.
A cominciare dal 1967 progetta una serie di case. Le case vogliono essere di carta non tanto per il loro aspetto leggero, quasi immateriale, quanto per sottolineare il substrato concettuale, autoreferenziale che le ha generate. Eisenman, come gli altri Five, non possiede un proprio linguaggio architettonico e quindi ne sceglie uno, il meno consumato nel contesto statunitense.Sempre interessato alle differenze, dalle frizioni, dalle opposizioni, egli è attratto da due opere: La casa del Fascio che si basa su un processo di estrazione di materia e stratificazione verso l'interno, e la Giuliani-Frigerio, completamente in contrasto invece, dato che si muove dall'interno verso l'esterno con un esplosione delle parti secondo un logica più vicina al Neoplasticismo. Il problema diventa quindi lavorare con questi due concetti: estrazione e esplosione.
Problemi a cui riesce a dare una soluzione: L'impolsione. Cioè un esplosione di pareti, piani e volumi che non invadano l'esterno ma che siano rivolti verso l'interno.





Peter Eisenman, House II, Hardwick 1969-70


PROCESSI DI PROGETTAZIONE IN PETER EISENMAN
La chiesa per gli anni 2000 a Roma (progetto mai realizzato), la città della cultura della Galizia a Santiago de Compostela e il College of Design Architecture and Palnning per l’università di Cincinnati sono i progetti che meglio simboleggiano il concetto di movimento. Movimento che si concretizza attraverso degli strumenti, identificati da Eisenamn nello Scaling, nel Folding e nel Graft
Le caratteristiche dello “Scaling” (spostamento di scala) sono la ricorsività, l’auto similarità e la discontinuità. Il “Graft” (innesto) è un altro esempio di processo compositivo in cui l’innesto è inteso come l’inserzione genetica di un corpo estraneo dentro un corpo ospite per attivare un nuovo risultato. Il “Folding” (piegatura) è un operazione geometrica di modellazione dell’oggetto che appare come attraversato d scosse e piegature. Eisenamn scopre una tecnica di grandissimo fascino prchè da una risposta finalemtne innovativa ad un vecchio problema della nuova architettura: il movimento.
Il movimento non viene “interpretato” ma diventa l’ispirazione “concettuale” e allo stesso tempo la “tecnica” con cui organizzare un nuovo modo di progettare. L’origine è nel futurista italiano Giacomo Balla, la Donna con il cangolino (1912) e l’immagine universalmente nota della donna che scende le scale di Marcel Duchamp (1916): Una serie di sovrapposizioni della figura come in un fotogramma scattato con un tempo tropo lungo in cui i singoli movimenti sono sovrapposti.

Eisenman fa propria questa tecnica nel progetto per la facoltà di Architettura di Cincinnati, in cui si ha l’integrazione della tecnica dell’oscillazione con la tecica dell’in-between. Nel College of Design Art, viene fatto vibrare un nuovo corpo, che viene duplicato attraverso le sue linee forza e le sue giaciture che diventano spazi terrazzati, costruiti e vegetali. La prima idea è relativamente semplice. Alla struttura dell’edificio esistente, che si muove a zig zag sul terreno, viene aggiunta una struttura ad andamento ondulatorio che contiene le nuove attrezzature. Ma l’idea geniale consiste nell’applicare la tecnica del Folding e del Blurring simultaneamente al nuovo fabbricato e a quello presistente. Entrambe le geometrie vengono duplicate e ruotate con la tefnica del cangolino di Balla. Nasce un modo ondulatorio che si piega e dispiega:uno più geometrico e l’altro più fluido. I movimenti di trslazione e ondulazione delle due geometrie non solo siripercuotono all’esterno, ma soprattutto all’interno.


Peter Eisenman, Aranoff Centro per le arti, Cincinnati 1988-97


PROCESSI E DIAGRAMMI
 Agli inizi degli anni novanta grazie all’importantissimo contributo di Peter Eisenman venne pubblicato “Architectural Desing” intitolato “Follding in Architetture”curato all’architetto Grey Lynn. La piega è la tecnica progettuale secondo cui attraverso l’azione del piegare si conformano insieme le parti di un edificio e le articolazioni del paesaggio. Tecnica questa ampliamente utilizzata e dimostrata da Peter Eisenman ncomplesso culturale di Santiago de Compostela del 1999 in Spagna.
 Allo stesso tempo Greg Lynn si era reso conto che non è la forma finale del folding l’interessante, e neanche il piegare in se, poiché il folding è un’applicazione di un’entità più grande e onnicomprensiva : Il diagramma. Questo rappresenta una serie di relazioni possibili e auspicabili che non sono assimilabili ne al tipo, ne allo schizzo. Il diagramma prefigura infatti una serie di relazioni tra le parti che sono di natura tipologica e/o parametrica, relazioni matematiche che trovano oggi nell’epoca dell’informatica un vasto e complesso campo di applicazione. 


Peter Eisenman, Città della cultura della Galizia, santiago de Compostela 1999-2000

Una delle figura imprescindibili per questo approccio è sicuramente Peter Eisenman, che ha ripetutamente scritto, attraverso il ragionamento passa una parte importante della ricerca contemporanea. In questo campo UN Studio di Ben van Beekel e di Caroline Bos  la ricerca e gli esiti architettonici risultano particolarmente convincenti. Tra le architetture più rappresentative di questo studio possiamo sicuramente ricordare al Mӧbius House a Het Gooi.
In questo progetto basto sulla parametrizzazione dell’anello di Mӧbius: una linea continua in alcune parti indipendente in alcune parti intrecciata  genera un edificio in cui sono presenti due parti autonome e alcune parti comuni (intrecciate ). L’atto compositivo viene risolto tramite l’azione di piegare e ripiegare una sotra di nastro planare. Altro edificio degno di nota in questo contesto e appartenente alla ricerca di UN Studio che, come abbiamo oramai capito si occupa del settore della ricerca digitale, è la Galleria Hall West a Seoul.

Questa appartiene a quella tipologia di edificio ecosostenibile e reagente all’ambiente che è uno degli aspetti di maggior interesse e peso della ricerca architettonica in generale ma acquisisce un carattere fondamentale nell’ architettura parametrica. 

Ben van Berkel, UN studio, Mobius House, Het Gooi 1993-99

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